Pianoforte e Quartetto “Dulce in corde”, Palazzo Ducale Sala Tobino/Lucca, ven 20 maggio, h 21

PROGRAMMA

Luigi Boccherini – Concerto in Mib maggiore G.487 per archi e pianoforte

Antonio Caldara – Sonata a 4 in Si minore

J.S. Bach – Preludio e fuga n. 14 in fa# minore

Giacomo Puccini – Crisantemi (per Quartetto d’archi)

Gianmaria Griglio – The wind among the reeds

Luigi Boccherini (1743 – 1805) Concerto in Mib maggiore G.487 per archi e pianoforte

Risale al 1768 la composizione del Concerto in programma, meraviglioso esempio della grandezza dell’autore lucchese, che è stato fra i più prolifici compositori di musica da camera italiani e sicuramente uno dei più grandi. Nonostante la lunga permanenza in Spagna, le opere di Boccherini continuarono ad essere presenti in Europa sino alla fine del Settecento, intrecciandosi con quelle di Haydn e Mozart. Tuttavia, se attorno al 1770 i suoi quartetti, quintetti, e sinfonie, potevano ancora sostenere il confronto sul piano dell’aggiornamento, della maestria tecnica e dell’inventiva, negli anni successivi essi persero terreno, poiché non seppe evolversi in sintonia con le grandi innovazioni viennesi.

Lo stile si distingue per un eloquio fluido e accattivante, per il piacere della divagazione armonica e tematica, in cui l’impegno espressivo tende a disperdersi nelle pieghe degli episodi minori, più che a tradursi in un concetto coerente dell’intera composizione. Queste sue peculiarità costituiscono il fascino, e l’originalità, della sua musica, ma al tempo stesso rivelano un’incapacità di uscire realmente dagli orizzonti degli stili galante e rococò, che indubbiamente seppe esplorare ed approfondire in modo magistrale e che arricchì di nuova sostanza musicale.

Antonio Caldara (1670 – 1736) – Sonata a 4 in Si minore

Il veneziano Caldara è uno dei più noti compositori della sua epoca, applaudito sia come operista che come autore di musica oratoriale e sacra. Scrisse moltissimo, sintetizzando nel proprio stile la tradizione veneziana madrigalistica e concertante di Monteverdi e Cavalli, il melodismo appassionato di Alessandro Scarlatti e della scuola napoletana, lo strumentalismo dei bolognesi e di Corelli.  Se tale somma di esperienza finì per appesantire un poco la sua produzione teatrale, diede però frutti straordinariamente intensi nel campo della musica strumentale, recando un fondamentale apporto alla determinazione della forma-sonata (sonate per clavicembalo e per uno o due violini e basso continuo; 16 sonate per violoncello e basso continuo e una raccolta di esercizi per questo strumento quartetti per archi detti sonate a quattro di cui andiamo ad ascoltare stasera un fulgido esempio con la Sonata in si minore. Ricordiamo che anche campo della musica sacra produsse oltre 20 opere tra messe e composizioni varie, Stabat Mater, un Requiem, Vespri, Completoria e Salve ReginaTe Deum, nonché 38 oratori, fra cui GiuseppeIl re del doloreLa Passione di Cristo). Caldara influenzò Bach e Telemann e contribuì a far maturare i presupposti del classicismo viennese.

J.S. Bach  (1685 – 1750) – Preludio e fuga n. 14 in fa minore

Il primo libro di queste composizioni apparve con il titolo di Clavicembalo ben temperato, mentre il secondo recava il titolo di Ventiquattro nuovi preludi e fughe. L’impianto dei due libri risulta all’apparenza perfettamente analogo, cosicché sono stati normalmente considerati come le due parti di una medesima opera. Ciascun libro comprende ventiquattro Preludi e ventiquattro Fughe: un Preludio ed una Fuga per ognuna delle diverse tonalità che si susseguono in ordine cromatico ascendente.

Il titolo di Clavicembalo ben temperato deriva dal proposito che Bach si prefiggeva di mostrare i vantaggi del “temperamento equabile”, cioè dell’accorgimento che sostituisce al sistema musicale pitagorico per quinte naturali, un sistema in cui l’ottava risulta divisa in dodici semitoni uguali. Tale criterio di temperamento, teorizzato nel 1691 dall’organista tedesco Andreas Werckmeister, aveva già conosciuto un’applicazione saltuaria da parte di alcuni musicisti, ma spettò a Bach il compito di sanzionarne la validità ai fini di una più estesa e ricca pratica armonica.

Generalmente, il secondo libro, si distingue per una maggior ampiezza dei Preludi rispetto alla Fuga. Nel Preludio e Fuga n. 14 in fa minore in programma stasera, il Preludio è di 43 battute. La forma è tripartita ed il discorso si svolge a tre voci su un elemento tematico unico, assai cantabile e sviluppato soprattutto dalla voce superiore. L’intonazione è di umana e dolente comunicativa.

La Fuga, di 70 battute, è una fuga tonale a tre voci. C’è chi considera questo pezzo una fuga a tre soggetti oppure a due soggetti. In realtà, la costruzione presenta tre sezioni, nelle quali sono successivamente sviluppati in maniera fughistica tre temi; poi questi temi appaiono combinati.

Giacomo Puccini (1858-1924).  – Crisantemi (per Quartetto d’archi)

Consapevoli che ci avviciniamo sempre di più al primo dei due centenari del nostro importante autore concittadino, non possiamo che ripetere la vasta e sontuosa contaminazione che l’estro pucciniano ha compiuto su tutte le forme musicali – teatrali e non – del Novecento fino ai giorni nostri. Stasera ascoltiamo “Crisantemi”, che ritroveremo anche nel concerto del 30 maggio nella versione orchestrale. “Crisantemi” è un’elegia per quartetto d’archi del nostro Giacomo Puccini. Il compositore lucchese la scrisse in una notte del 1890, dopo che venne a conoscenza della dipartita dell’amico Amedeo di Savoia, duca d’Aosta. I due temi che compongono il brano posseggono tutte le componenti di lirismo espressivo che hanno reso celebre il compositore toscano; Puccini li riproporrà nell’ultimo atto dell’opera Manon Lescaut (1892); per esprimere l’abbandono di Manon e Des Grieux al proprio destino, ormai “soli e perduti nella desolata landa della Louisiana”. L’attenzione dell’esecutore si focalizzerà sul lirismo delle melodie attraverso un uso espressivo dei parametri ritmici, in una flessibilità capace di conferire intensità alle emozioni, col supporto di una attenta coloritura armonica.

Gianmaria Griglio – The wind among the reeds

Direttore Artistico di ARTax Music, vincitore di una borsa di studio al Bard College e di una borsa di studio alla Wagner Stiftung di Bayreuth, Gianmaria Griglio è stato invitato all’Atlantic Center for the Arts in Florida, con solo altri quattro direttori negli Stati Uniti, come Associate Artista, e al termine del Master in direzione d’orchestra al Bard College gli è stato offerto da Leon Botstein il posto di Assistant Conductor presso l’American Symphony Orchestra.

Griglio è anche compositore oltre che interprete della musica contemporanea. Ha preso parte alla prima registrazione mondiale della musica del compositore americano Irwin Bazelon e ha diretto diverse anteprime mondiali come l’opera candidata al Pulitzer, “The song of Eddie” di Harold Farberman e “Decameron”, commissionata dall’American Composer Forum a sette compositori di Filadelfia.

Circa la sua composizione in programma stasera, The wind among the reeds ci racconta: “Questo pezzo è uscito da un ricordo: un frizzante tardo pomeriggio a Central Park, a New York (ma potrebbe benissimo essere stato sulle mura di Lucca). Ci sono stato parecchi anni fa, ma ho ancora una vivida impressione di questo splendido tramonto di settembre: c’era una coppia sulla trentina, lui la stava spingendo su un’altalena, entrambi cercando di allontanare i problemi della vita per qualche istante e tornare a quando ancora ti aspetti che tutto andrà per il meglio. Il vento faceva roteare dolcemente alcune foglie cadute li intorno e mi portò un po’ più in basso nel lago dove fischiava tra l’erba alta. Mi sono seduto lì e mi sono goduto un breve momento di pace.”

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.